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domenica 6 gennaio 2013

6 gennaio Treviso e Venezia - Se brusa la vecia

La festa della Befana ha ORIGINE da antichi elementi folclorici pre-cristiani, recepiti ed adattati dalla tradizione cristiana. In particolare questa figura è probabilmente da connettere a tradizioni agrarie pagane relative all'inizio dell'anno. In tal senso l'aspetto da vecchia sarebbe da mettere in relazione con l'anno trascorso, ormai pronto per essere bruciato per "rinascere" come anno nuovo.
Nel Medioevo, periodo ricco di racconti demoniaci e di magie, si dà molta importanza al periodo compreso tra il Natale e il 6 gennaio, un periodo di dodici notti dove la notte dell'Epifania è anche chiamata la "Dodicesima notte".
È un periodo molto delicato e critico per il calendario popolare, è il periodo che viene subito dopo la seminagione; è un periodo, quindi, pieno di speranze e di aspettative per il raccolto futuro, da cui dipende la sopravvivenza nel nuovo anno.
Ancora oggi un po' ovunque per l'Italia il 6 gennaio si accendono i falò, e, come una vera strega, anche la Befana viene volta bruciata.
Nel Veneto invece vi è la tradizione del Panevìn, una grande pira di legno che ha sulla sommità il fantoccio della Vecia.
Questo gesto è una specie di augurio per l'anno nuovo: la befana infatti rappresenta l'anno vecchio e per questo la si brucia sperando che quello nuovo sia migliore di quello passato. Nell'immaginario popolare, si diceva che la distruzione della vecchia rappresentava la fine di tutti i mali.
Si accendevano grandi fuochi, appiccati dai bambini più piccoli del paese, e tutti prendevano a danzare attorno al falò intonando un canto, “brusa la veda” (= la strega, la befana). Una volta appiccato il fuoco, mentre si mangia la pinza (dolce di fichi secchi e zucca) e si bevono ettolitri di vin brulé, guardando la direzione del fumo e delle faville si traggono “pronosteghi” per il raccolto futuro.


Se le faìve va al garbin
parécia el caro pa ‘ndare al mulin.
Se le faìve va a matina,
tol su el saco e va a farina.
Se le faìve va a sera,
la poenta impiega la caliera.

Se le faville vanno a sud-ovest
prendi il carro e vai al mulino (il grano sarà abbondantissimo)
Se le faville vanno a est
prendi il sacco e vai a elemosinare
Se le faville vanno a ovest
la pentola sarà sempre piena di polenta

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