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domenica 6 gennaio 2013

6 gennaio - Epifania e Befana


Il termine 'epifania' ha origine greca e significa manifestazione, apparizione. Nel mondo cattolico di rito latino si festeggia come epifania la prima manifestazione pubblica della divinità di Gesù e la visita dei Re Magi, mentre per gli ortodossi è il battesimo di Gesù nel fiume Giordano, sempre il 6 gennaio.
Normalmente questo giorno coincide con la fine dele feste e vengono rimossi tutti gli addobbi natalizi: albero, presepe e decorazioni varie.
Come sempre è accaduto questa festa del mondo cristiano va a sovrapporsi ad usanze molto più antiche: in questo caso festività rurali precristiane per propiziare la rinascita della natura e del ciclo delle coltivazioni dove nasce anche il mito della Befana.

Anticamente la dodicesima notte dopo il Natale, ossia dopo il solstizio invernale, si celebrava la morte e la rinascita della natura, attraverso la figura pagana di Madre Natura. La notte del 6 gennaio, infatti, Madre Natura, stanca per aver donato tutte le sue energie durante l'anno, appariva sotto forma di una vecchia e benevola strega, che volava per i cieli con una scopa. Oramai secca, Madre Natura era pronta ad essere bruciata come un ramo, per far sì che potesse rinascere dalle ceneri come giovinetta Natura, una luna nuova. 
Un'ipotesi suggestiva è quella che collega la Befana con una festa romana, che si svolgeva all'inizio dell'anno in onore di Giano e di Strenia (da cui deriva il termine "strenna") e durante la quale si scambiavano regali.
I Romani credevano che in queste dodici notti, figure femminili volassero sui campi appena seminati per propiziare i raccolti futuri. A guidarle secondo alcuni era Diana, dea lunare legata alla vegetazione, secondo altri una divinità minore chiamata Satia (sazietà) o Abundia (abbondanza). La Chiesa condannò con estremo rigore tali credenze, definendole frutto di influenze sataniche. Queste sovrapposizioni diedero origine a molte personificazioni che sfociarono nel Medioevo nella nostra Befana, il cui aspetto, benché benevolo, è chiaramente imparentato con la personificazione della strega.
Prima di perire però, la vecchina passava a distribuire doni e dolci a tutti, in modo da piantare i semi che sarebbero nati durante l'anno successivo.

Tra i racconti popolari e le credenze religiose esiste una vecchia tradizione, secondo la quale l’arrivo della Befana rappresentava l’occasione per integrare il magro bilancio di molte famiglie povere che si aggiravano per le case ricevendo doni, di solito viveri e bevande, in cambio di un augurio.
Oggi, però, la Befana è una sola: porta con sé regali e dolcetti da dare ai bambini. E, come ogni personaggio nato dalle storie tramandate nel tempo, anche lei ha sembianze e abiti dei quali non si può proprio liberare.
Una delle storie sulla Befana si riallaccia al racconto russo di Babuchka perchè si dice che questa anziana signora, dopo aver dato ristoro ai Re Magi, si sia attardata nel seguirli con il proprio cesto di doni e, non sapendo quale fosse la strada che avessero seguito, la donna avesse cominciato a distribuire i dolci che aveva preparato ad ogni bambino che incontrava nella speranza che uno di loro fosse Gesù bambino. E da allora Babuchka continua a distribuire dolci a tutti i bambini.
Secondo la tradizione italiana la Befana, raffigurata come una donna anziana che vola su una scopa, fa visita ai bambini nella notte tra il 5 e il 6 gennaio (la notte dell'epifania) per riempire le calze lasciate da essi appositamente appese sul camino o vicino a una finestra. Inoltre, in molte case, per attirare benevolmente la befana, è tradizione lasciare un piattino con qualcosa con cui possa ristorarsi: generalmente si tratta di un mandarino, un'acciuga, un pezzo di aringa affumicata o qualche cipollina sotto aceto e un bicchiere di vino rosso. Nel caso i bambini siano stati buoni, il contenuto delle calze sarà composto da caramelle e cioccolatini, caramelle alla frutta, mandarini, noci, frutta secca e piccoli regali, in caso contrario conterranno carbone.
Ai bambini in realtà non viene regalato del vero carbone ma un dolce di zucchero colorato alla liquirizia, quindi nero. Se invece si è stati buoni si riceve lo zucchero, ovvero il dolce bianco, oppure la polenta che è sempre un dolce di zucchero ma di colore giallo.
In molte regioni italiane durante la dodicesima notte si unisce il sacro al profano perchè non tutto delle antiche feste è andato perduto, rimangono ancora vive le usanze dei riti purificatori e propiziatori per cui vengono bruciati dei fantocci raffiguranti il vecchio anno che se n'è andato e durante le pire si traggono dei pronostici agricoli per la prossima stagione di raccolto.

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