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lunedì 24 dicembre 2012


NATALE NEL MONDO
PARTE 3

POLONIA



Il giorno della vigilia di Natale, è qui chiamato, "festa della stella". Per tradizione, non si inizia la cena finché, nel cielo, non appare la prima stella. A Natale, ad allietare i commensali, ci sono ben dodici portate. A tavola, si lascia sempre un po' di spazio, nel caso arrivi un ospite inatteso. Un'usanza praticata ancora oggi, è quella di poggiare quattro covoni di grano, sugli angoli di una stanza di casa. Questo a ricordare, che Gesù è nato in una stalla. Diversamente da noi, nonostante il freddo, è tradizione uscire e pranzare all'aperto gustando delle salsicce arrostite.

SVEZIA 



In Svezia, i bambini, ricevono doni da un piccolo e tondo Babbo Natale, detto Jultomte. Come il più famoso collega, Jultomte, parte dalla Lapponia, la notte della vigilia, su una slitta trainata da renne, per gettare doni davanti agli usci delle case; ma non è solo, è aiutato dai Julenissen, dei minuscoli folletti provenienti dal folklore popolare. È con S.Lucia, che iniziano i festeggiamenti. Oltre a Jultomte, in Svezia, c'è anche Luzia, la nostra Santa Lucia: qui una ragazza vestita di bianco, indossa una coroncina di ribes rossa con sopra fissate delle candele accese; visita tutte le case, a svegliare chi ancora dorme. Dai padroni di casa, le vengono offerti per colazione, torta e caffè.  Il tipico pranzo di Natale, ha molti piatti a base di carne di maiale arrosto.


RUSSIA



Qui, esistono tradizioni e leggende bellissime. Cominciamo a raccontare della vecchina Babuchka. L'Anziana signora, nonostante avesse poco da offrire, non rifiutava mai di dare ospitalità ai viandanti stanchi del viaggio. Era un freddissimo inverno; una mattina, bussarono tre signori sfarzosamente vestiti: "La prego signora, sia così gentile da ospitarci in casa sua. Veniamo da lontano, siamo stanchi e vorremmo riposare". La generosa Babuchka, li invitò ad entrare e gli diede del pane nero, del tè e, come giaciglio, offrì loro il suo stesso letto. Dopo aver riposato, la mattina seguente, Babuchka incuriosita chiese: "Ditemi, da dov'è che venite? E qual'è la meta del vostro viaggio"? I signori le risposero: "Siamo re e veniamo dall'oriente. Andiamo a rendere omaggio ad un bambino che, da poco nato, è già re. Non sappiamo la strada, è una stella sul cielo, ad indicarci la via". Babuchka, espresse il desiderio di unirsi al loro viaggio, partendo però, più tardi. Porto con sé del pane nero: il dono più prezioso, che potesse offrire a Gesù. Dal cielo la stella dei re era scomparsa, la vecchina però non si arrese e proseguì il cammino. Non trovò mai la grotta, né il bambinello. Si pensa che ancora oggi, lo stia cercando, con la speranza di incontrare Gesù, e donargli il suo pane. Babuchka, non somiglia alla nostra Befana? Il Natale in Russia, è stato ricostituito recentemente, nel 1992. Per molti del paese, è stata più una novità, che una riscoperta. Scomparsa per anni, riemerse anche la leggenda di Ded Moroz: Nonno Gelo. Come Babbo Natale, Nonno Gelo distribuisce i regali, con l'ausilio di una Troika, una slitta graziosamente decorata, trainata da tre cavalli. Diversamente da S.Nicola, Nonno Gelo lo si considera quasi un dio: da sempre esistito, padroneggia con maestria, tutte le avversità del clima invernale. Oltre al Nonno, c'è la Ragazza della Neve, che rappresenta il primo giorno dell'anno. In Russia, il Natale è festeggiato soltanto dalle comunità cristiane. In casa viene allestito il Verteb, che vuol dire presepe in russo. Davanti al Verteb, si riunisce in preghiera tutta la famiglia, cantando insieme le canzoncine tradizionali, tipiche del periodo. In alcuni piccoli centri abitati, non si usa addobbare un albero qualsiasi, solo nell'abete più grande della zona, vengono appese le decorazioni natalizie. Anche gli animali domestici, ricevono il loro regalo, solitamente del cibo; per i gatti, c'è un piatto di pesce, per i cavalli, un pane a base d'avena, per i cani, addirittura un cosciotto d'agnello. Tempi addietro, per scoprire se presto si fossero fidanzate, le ragazze alternavano un "si" e un "no", ad ogni piolo salito di una scala; una specie del nostro "m'ama non m'ama". Chi invece, voleva ufficializzare il proprio fidanzamento, presentandolo alla comunità, lo faceva a S.Stefano. Per l'occasione, venivano lanciate alla coppia, fiori e frutti. Fra i rami di un abete, si usava nascondere due colombe chiuse in una gabbietta. Venivano poi liberate, la notte di Natale; il volo delle colombe, era considerato di buon auspicio. In Ucraina, si osservava un periodo di digiuno, nei trentanove giorni, antecedenti al Natale. Come in Polonia, i russi aspettano nel cielo l'apparizione della prima stella; questo è il segnale che da inizio alla cena, nella quale si contano ben dodici portate: dodici, come i numero degli apostoli. 


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